Il Grande Segreto by Christian Jacq

Il Grande Segreto by Christian Jacq

autore:Christian Jacq [Jacq, Christian]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Historical Fiction
pubblicato: 2013-01-19T16:00:00+00:00


25.

L’arrivo della nave da guerra all’imbarcadero della capitale dell’Area, terza provincia dell’Alto Egitto, fece sensazione.

Uaget, la dea serpente, e Nekhbet, la dea avvoltoio, proteggevano quel territorio che dominava l’antichissima città sacra di Nekhen, garante del titolo reale.

Sarenput conosceva il governatore della provincia. I due uomini si abbracciarono.

— Un conflitto in vista?

— La superiora di Abido ha bisogno del tuo aiuto.

Impressionato dalla bellezza e dalla nobiltà della sua ospite, il dignitario si inchinò.

— Chiedete e vi sarà dato!

Iside si sentiva a disagio. Delle forze oscure si aggiravano nelle vicinanze.

— Per caso la regione è stata teatro di tumulti, in questi ultimi tempi?

— Il colore della Montagna rossa si accentua, molti la giudicano minacciosa. I sacerdoti se ne preoccupano, al punto di pronunciare ogni mattina e ogni sera le formule di acquietamento delle Anime di Nekhen. Senza la loro protezione, questa contrada sarebbe diventata sterile.

— Vengo a prendere la reliquia di Osiride, formata dalla sua nuca e dalle sue mascelle.

Il viso del governatore di provincia si fece decisamente ostile.

— La Tradizione ci ha affidato questo tesoro, nessuno ce lo porterà via!

— Mi è indispensabile per salvare Abido — precisò Iside. — Poi, tornerà all’Area.

— Abido sarebbe… in pericolo?

— Questione di vita o di morte.

Così altèra e così triste, quella donna non mentiva.

— Hai promesso il tuo aiuto — ricordò Sarenput.

— Io non sapevo, io…

— Una promessa resta una promessa. Al momento del giudizio di Osiride, il cuore degli spergiuratori testimonia contro di loro.

Scosso, il governatore della provincia cedette.

— Data la sorprendente collera della Montagna rossa, il gran sacerdote di Nekhen ha tirato fuori dal tempio la reliquia osiriana. Io, lui e il mastro fabbro siamo gli unici a conoscere il suo nascondiglio.

— Quindi tu ci condurrai là — si rallegrò Sarenput.

— Avviso prima la grande sacerdotessa e…

— Non serve. Abbiamo le ore contate.

Sotto la protezione degli arcieri di Elefantina, il trio si diresse verso la grande fucina dove lavorava una cinquantina di esperti.

Utilizzando delle cannucce formate da un giunco con l’imboccatura di terracotta, alimentavano costantemente il fuoco ardente di un focolare sul quale disponevano dei crogioli.

Possedendo il senso della temperatura giusta, fondevano i metalli e conoscevano d’istinto i punti di fusione delle saldature.

Prendere in mano i crogioli riempiti di metallo fuso e versarlo in tazze di misura e forma svariate era un’operazione pericolosa, riservata a tecnici coraggiosi e sperimentati.

Il mastro fabbro, un pezzo d’uomo, alto e calvo, venne incontro ai suoi visitatori.

— Non accettiamo visitatori, ce lo vietano i segreti del mestiere. Neanche il governatore della provincia può entrare.

— E la superiora di Abido? — chiese Iside.

Le labbra dell’artigiano si strinsero.

— I metalli ricevono la loro purezza da Osiride e avrebbero perso tutta la loro qualità se la luce divina non avesse conservato la loro unione — ricordò la giovane donna.

— Che cosa desiderate?

— Consegnami la reliquia osiriana che ti è stata affidata.

— Credevo…

— Te lo ordino! — confermò il governatore della provincia.

Il mastro fabbro assunse una strana espressione.

— Solo dei professionisti sopportano il calore della fucina e sanno difendersi dai rischi. Sconsiglio a una giovane donna fragile di tentare l’avventura.



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